Mamma lavorava tanto

Mamma lavorava tanto, anche durante l’ultimo periodo, teneva la mente occupata con i conti ma soprattutto con tante attività di ricamo, e le piaceva fare queste cose ascoltando la musica … le aggiornavamo la chiavetta con i brani scaricati da internet ...  una delle ultime canzoni, che ha ascoltato infinite volte (le piaceva proprio) è stata “Alla mia età” di Tiziano Ferro.

 

Ormai sono passati due anni, eppure mi stupisco ancora della nitidezza di certe immagini quando alla radio o sull’mp3 di turno…
“Sono un grande falso mentre fingo l'allegria”... quante volte si sarà sforzata di trasmetterci l’allegria, anche se i suoi pensieri erano altrove? E quante volte io alla domanda ‘Come stai? Come va?’ ho risposto fingendo?
“come un terremoto in un deserto che crolla tutto ed io son morto e nessun se n'è accorto” … perché non voleva farcela vedere quella parte di lei che crollava, nei suoi anni di ‘malattia’ l’ha sempre tenuta al riparo dai nostri sguardi, come una chioccia ci proteggeva dal freddo e dai pericoli. Non era un nascondere però, era un non permettere che la nostra vita venisse intaccata anch’essa, oltre alla sua.

“in caso di pericolo si salva solo chi sa volare bene”… è lei che ci ha permesso di saper volare bene, dopo, perché ci ha insegnato a starci vicino, perché noi tre insieme eravamo una forza, anche la sua, ma soprattutto tra di noi.
Ah, si salva chi sa volare bene, e per volare bene bisogna sapersi prendere a volte un po’ alla leggera; ce l’ha detto un prete citando un sapiente, e mamma sapeva spesso come non prendersi sul serio … le sue foto migliori degli ultimi tempi erano con facce strabuzzate, sorrisi 32 denti, occhi incrociati e guance gonfie.

“e ringrazio sempre chi sa piangere di notte alla mia età” … la notte che se n’è andata è stata una notte di pioggia fortissima, pioveva ininterrottamente da due giorni, da quando aveva lasciato la sua casa su un’ambulanza diretta ad un hospice. Solo la mattina dopo con un vigore particolare per essere dicembre era spuntato il sole.
“osservavo la vita come la osserva un cieco” … questa forte esperienza ci ha cambiati, mi ha cambiata, prima certi lati della vita li lasciavo un po’ nell’ombra, in un angolino, perché porsi troppe domande a volte è scomodo e complicato, era meglio non vederli.
“senza rancore e che le tue paure siano pure” … ora affrontato il dolore, tanti aspetti sembrano più marginali, effimeri, tante paure stupide e insignificanti, ora che lo conosco il dolore, sono più attenta alle vibrazioni degli animi altrui, perché ho imparato a riconoscere (almeno) le mie.

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