La sorella - Adelphi 2006

"...cominciò in quel momento. Che cosa? La malattia? O anche qualcosa d'altro? Fu quello il momento in cui "cominciò", in cui la mia vita si separò da tutto quello che precedentemente ne aveva costituito la condizione necessaria e il senso, in cui qualcosa in me morì, e io allo stesso tempo rinacqui, come se fossi morto per la vita e nato per la morte..."

 

Un celebre grande pianista improvvisamente, mentre viaggia di notte  in treno verso Firenze dove è atteso per un concerto,  intuisce che nulla sarà più come prima, che da quella sera in poi tutto sarà diverso, la musica, il suo rapporto con il mondo, con il suo corpo, con le persone che ha amato.
Colpito da un rarissimo virus nei lunghi mesi di ricovero sperimenta in modo tangibile quella che ormai è la sua nuova condizione di "diverso", un imprevisto ha sconvolto la sua vita e messo a nudo la precarietà dell’esistenza.
Il protagonista, Z., descrive in modo preciso, lucido, la malattia, le illusioni, le infinite sfumature del dolore, l'impotenza, lo stordimento farmacologico, i ricordi, la vergogna, il tormento, l'umiliazione.
Ad accompagnare questo "attraversamento della morte" sono due medici e quattro suore (le “sorelle”). Solo loro quattro, apparentemente identificabili ma diversissime,  hanno un nome nel romanzo, tutti gli altri personaggi sono connotati da una iniziale o in base alla loro professione.
In questo limbo tra la vita e la morte Z. sembra aver rinunciato a combattere, ma una notte sente una voce femminile sussurrare “Io non voglio che lei muoia” …È forse una sorella a dargli l’aiuto che manca alla sua volontà? A chiedergli di vivere quando lui ha rinunciato a lottare?
Questa energia lo ricondurrà alla vita, una vita che sicuramente non sarà più quella di prima.


Sándor Márai, romanziere, poeta e giornalista ungherese (1900-1989), frequenta l’università, senza laurearsi,  in Germania dove inizia a scrivere per la Frankfurter Zeitung. Rientrato a Budapest nel 1928  decide di scrivere i propri romanzi in ungherese. Nonostante il successo le sue opere vengono condannate dal regime comunista e Márai è costretto ad emigrare nel 1948. Dopo brevi soggiorni in Svizzera ed Italia si trasferisce con la moglie ed il figlio adottivo negli Stati Uniti dove continuò a scrivere nella propria lingua, ma le sue opere non furono apprezzate. L’isolamento, la morte della moglie per un tumore, seguita da quella del figlio, condussero lo scrittore al suicidio.
I suoi romanzi (tra cui: Le braci, L’eredità di Eszter, Divorzio a Buda, La recita di Bolzano) dai primi anni ’90, prima in Francia e poi nel resto d’Europa, hanno riscosso un notevole successo  e sono considerati tra i capolavori della letteratura europea del XX secolo.

Editore: Adelphi

Collana: Biblioteca Adelphi

Pagine: 228

Prezzo: 14,02 euro

Anno prima edizione: 2006

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