Febbraio 2011 - Approvato il nuovo Piano Oncologico Nazionale 2011-2013

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Il 30% dei decessi in Italia hanno quale causa il cancro che rappresenta la seconda causa di morte, la prima fra gli adulti e la seconda fra gli anziani. Infatti complessivamente l’incidenza dei tumori è ancora in aumento non esclusivamente per la crescente proporzione di anziani nella popolazione, ma anche per il miglioramento della sopravvivenza.

3.2.3 Il modello simultaneus care... è quello più accreditato per garantire il migliore risultato terapeutico sia in termini di aspettativa di vita che di qualità della vita. In particolare, per ciò che riguarda il dolore, è auspicabile che tale sintomo venga rilevato come V parametro vitale ed inserito nella grafica del paziente con periodico monitoraggio. L’informazione e la comunicazione al malato rivestono importanza fondamentale nella presa in carico e per instaurare una relazione terapeutica efficace. E’ necessario dedicare al malato il tempo necessario affinché possa comprendere ed elaborare le informazioni che riceve riguardo la sua malattia, i trattamenti proposto e la prognosi, al fine di garantire un consenso informato consapevole e condiviso. E’ inoltre indispensabile assicurare la continuità assistenziale tra le strutture ospedaliere che hanno in cura il malato, il medico di famiglia e servizi territoriali di riabilitazione  e di cure palliative (residenziali e/o domiciliari), queste ultime specie nella fase avanzata - terminale di malattia.

3.2.5. Cure palliative….intese come prevenzione, identificazione, valutazione e trattamenti dei sintomi fisici, funzionali, e dei problemi psicologici, sociali e spirituali del malato durante tutto il decorso della malattia, soprattutto nella fase avanzata-terminale, hanno quale obiettivo quello di migliorare la qualità della vita del malato. Come già proposto a livello europeo si identificano un livello di base di competenza in cure palliative, che deve’essere patrimonio culturale di tutti i medici che prendono in cura il malato oncologico, e un livello superiore per coloro che svolgono la propria attività nelle Unità Operative di cure palliative, Hospice e assistenza domiciliare. L’integrazione tra terapie oncologiche e cure palliative deve avvenire precocemente nel percorso di cura in ogni fase di malattia…Ove non è presente nell’ambito del dipartimento ospedaliero, una unità di cure palliative è auspicabile che in ogni Unità Operativa di oncologia ci siano uno o più medici dedicati alla gestione clinica di tali situazioni. Dal momento che i malati di tumore costituiscono oltre il 90% dei malati che usufruiscono oggi delle cure palliative, e per evitare l’abbandono al momento della sospensione delle terapie antitumorali, è necessario garantire una integrazione tra i percorsi di cura oncologici e i servizi ospedalieri e/o territoriali di cure palliative (Unità Operativa di cure palliative-Hospice-assistenza domiciliare)….

6.1….Di fronte all’accellerazione in atto nello sviluppo della rete assistenziale rivolta ai pazienti in fase avanzata e terminale di malattia (Rete per le cure palliative), è di particolare importanza la formazione dei professionisti che già operano o si stanno inserendo in questa specifica area di intervento…La definizione dei percorsi formativi…de ve essere organizzata nel rispetto dell’attuale organizzazione didattica pre e post lauream e del recente riordino delle scuole di specializzazione…Infine, va affrontata in modo specifico la formazione di operatori volontari…Nell’ambito degli hospice e delle cure domiciliari, è raccomandata l’applicazione del Codice Deontologico Europeo del Volontariato in Cure Palliative…

6.3 Sviluppo dei Livelli essenziali di formazione in oncologia (Lefo)…è necessario definire un livello omogeneo minimo formativo…Vanno pertanto definiti i percorsi formativi, attraverso la definizione di standard e strumenti ritenuti necessari per il raggiungimento dei Lefo a livello nazionale e regionale. Vanno inoltre definiti gli strumenti di verifica da attuare.