Perché abbiamo paura di parlare della morte?

Una manciata di spunti tratti dalla sezione Salute e Fitness di un quotidiano canadese, il Globe and Mail di Toronto, è uno stimolo per consentire ai lettori di valutare l’opportunità di cominciare a pensare a come vorrebbero che terminasse la loro vita, soprattutto per permettere di aiutare i loro cari a vivere e agire in quei momenti sapendo che stanno rispettando le loro scelte, senza essere tormentati da dolorosi dubbi.

 

Quali possibili strade seguire?...

dare dettagliate indicazioni pratiche su singole procedure, desiderate o non;.... fornire indicazioni sui nostri valori esistenziali da declinare nella realtà del momento.

 

Pensarci e parlarne prima per non arrivare troppo spaventati e confusi ad affrontare questo spinoso, ma ineludibile problema della vita, è il forte messaggio.

 

"Troppo pochi [...] affrontano una conversazione sulla morte fino a quando non stanno per prendere decisioni nell’imminenza di quel momento. Tuttavia una ricerca mostra chiaramente che discutere e pianificare la propria morte significa che i desideri espressi avranno più probabilità di essere seguiti. Inoltre, i membri della famiglia incontrano meno ansia e depressione successivamente, e riferiscono che il processo è meno doloroso [...]

…di cosa si ha bisogno di parlare? Per prima cosa, bisogna fare la propria analisi.

Gli studi hanno dimostrato che le persone senza piani di assistenza hanno maggiori probabilità di ricevere un trattamento aggressivo e spesso vano, nonché di morire in ospedale.

Entrambe le cose comportano un peggioramento della qualità della morte [...]

Il disagio correlato alla pianificazione sulla fine della vita, suggeriscono i medici, spesso deriva da una mancata educazione riguardo a certi interventi medici [...]

Gli esperti sostengono che i passi più importanti sono stabilire i propri desideri (che dovrebbe includere anche metterli per iscritto) e nominare un decisore sostitutivo, facendo attenzione che capisca il tipo di cura che si vuole [...]

Alcuni esperti raccomandano uno specifico piano di assistenza anticipato che designi la tipologia di intervento medico che un paziente potrebbe desiderare in determinati scenari. Altri suggeriscono una scrittura concentrata sui valori che permetta al decisore surrogato una certa libertà di azione [...]

Ma una direttiva anticipata non dovrebbe essere semplicemente una lista di scenari medici - nessuno può prevedere l’esatta natura della propria morte [...] la questione non è semplicemente se scegliere l’opzione A o B, sulla base del consiglio di un medico [...]

Per il decisore la presenza di un piano sposta l’attenzione sulla qualità delle cure e delle relazioni, piuttosto che concentrarsi sulle cure mediche. "

 

 

ecco alcune videotestimonianze...

Bonnie: she want to die

Meet Rheo: He got married

despite untreatable cancer

Meet David: He gave his mom her last dying wish

 

altri approfondimenti e video quì >> Why Are We Afraid of Talking About Death?

(The Globe and Mail, Toronto) 27-28 novembre 2011

 

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